VIETATO PARLARE CON I GIORNALISTI, IL DECRETO SULLA “PRESUNZIONE DI INNOCENZA” NON PUÒ ESSERE L’ALIBI PER PROCURE E FORZE DELL’ORDINE PER IMPORRE CENSURE ALL’INFORMAZIONE

VIETATO PARLARE CON I GIORNALISTI, IL DECRETO SULLA “PRESUNZIONE DI  INNOCENZA” NON PUÒ ESSERE L’ALIBI PER PROCURE E FORZE DELL’ORDINE PER  IMPORRE CENSURE ALL’INFORMAZIONE

💥PASSAPAROLA !
📍L’8 NOVEMBRE (ore 10.30 piazzale Clodio) MOBILITAZIONE A DIFESA DEL DIRITTO DI CRONACA E DEL DIRITTO DEI CITTADINI A ESSERE INFORMATI

Vietato parlare con i giornalisti. Più che concentrarsi sulla prevenzione e repressione dei reati, a Roma, ormai Procura e Questura sembrano, piuttosto, impegnate a imbavagliare la stampa. La legge sulla presunzione di innocenza, di cui la libera informazione in Italia attende da parte dei Ministeri competenti una corretta lettura attraverso nuove circolari esplicative che non mettano a repentaglio (come sta avvenendo) il diritto di cronaca, appare un pericoloso alibi. Eppure è fondamentale permettere la verifica di fatti e notizie nell’immediatezza, oltretutto, in un momento così delicato per la vita del Paese colpita da una crisi economica gravissima che rischia di generare grandi tensioni sociali. Ma per la paura di assumersi responsabilità o di essere “redarguiti”, tutti i livelli coinvolti in quello che dovrebbe essere un aperto confronto con gli organi di stampa, nel rispetto dei ruoli, si stanno trincerando dietro un “no comment” che spesso è o sfiora la censura. Una condizione inaccettabile: chi opera in difesa dello Stato e dei cittadini deve anche essere in grado di potere interloquire con i professionisti dell’informazione i quali, ricordiamo, hanno dei doveri già sanciti dai codici deontologici.I cronisti romani ritengono sia assurdo che nella capitale del Paese, sede di tutte le istituzioni, a decidere cosa sia di interesse pubblico, se e cosa debba essere detto o non detto ai giornalisti sia esclusivamente una persona, un procuratore. Se non altro per la mole di procedimenti e fatti di cronaca che avvengono a ogni ora del giorno e della notte: sarebbe umanamente impossibile. Da anni ai giornalisti di Roma, poi, è stato sbarrato addirittura l’ingresso nel palazzo di via di San Vitale, sede della Questura. È stata chiusa e mai più riaperta la storica sala stampa. Sembrava di avere toccato il punto più basso nei rapporti, invece, no.Noi giornalisti ci opponiamo con fermezza a chi tenta di relegarci a solo megafono per veline “di regime”, rinunciando al nostro diritto dovere verso la comunità di raccontare i fatti: non è questa la democrazia. Per questo chiediamo il ripristino immediato di un adeguato scambio di informazioni che risponda almeno al buon senso piuttosto che alla declinazione fallata e fuorviante di una norma europea il cui spirito (che condividiamo) è stato ampiamente travisato nell’adozione legislativa italiana. Chiediamo al nuovo Governo e al Parlamento di rivedere il meccanismo che ha portato a questo deterioramento dei rapporti che rischia di privare tutti i cittadini e gli organi di controllo stesso (non solo a Roma, ma in tutta Italia) della conoscenza effettiva di ciò che succede nelle loro città. Mesi fa il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti aveva chiesto un incontro al procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, a cui non è seguita risposta. Per l’8 novembre, a un anno dall’introduzione del decreto legislativo 188/2021 sulla “presunzione di innocenza”, chiamiamo le singole colleghe e i colleghi, anche le pubbliche autorità che non si riconoscono in una norma che sta travalicando il suo obiettivo finendo per ledere un altro diritto fondamentale, a una mobilitazione generale con la partecipazione della Fnsi, dell’Ordine dei Giornalisti, di tutte le associazioni di stampa regionali e gli istituti di categoria e di tutte le organizzazioni e associazioni che lottano per la difesa della libertà e l’indipendenza dell’informazione.Appuntamento 8 Novembre ore 10.30 piazzale Clodio (ingresso Tribunale)

All’appello hanno aderito finora: Fnsi, Ordine dei Giornalisti, Usigrai, Ordine dei giornalisti del Lazio, ControCorrente Lazio, Articolo 21, Rete NoBavaglio – Liberi di essere informati, Libertà e Giustizia Lazio, Libera Informazione, GayNet, Sindacato Cronisti Romani, Associazione Stampa Romana, The Women Sentinel, InfoFoturo, Puntoacapo, Ass Trasportiamo …
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LEGGI COMUNICATI E ADESIONI:

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Hanno parlato di noi

:

https://roma.repubblica.it/cronaca/2022/11/07/news/liberta_di_stampa_i_cronisti_romani_protestano_davanti_al_tribunale_la_presunzione_di_innocenza_non_sia_un_bavaglio-373474136/

https://www.fnsi.it/presunzione-di-innocenza-l8-novembre-la-fnsi-in-piazza-al-fianco-dei-cronisti-romani

https://www.odg.it/presunzione-dinnocenza-l8-lordine-in-piazza-a-fianco-dei-giornalisti/47130 https://odg.roma.it/lordine-del-lazio-in-piazza-con-i-cronisti-romani/

https://www.editorialedomani.it/politica/italia/giornalisti-protestano-tribunale-presunzione-innocenza-nlsoq5en

https://www.articolo21.org/2022/10/presunzione-di-innocenza-l8-novembre-la-fnsi-in-piazza-al-fianco-dei-cronisti-romani/

https://www.facebook.com/LazioControCorrente/posts/pfbid02imyTakscnX4xRQQZwKJ3kzESVTDbRbNNhnDG288Y3qqhdKppBYVUXLZhkyCrdbm

http://www.liberainformazione.org/2022/11/06/roma-8-11-mobilitazione-a-difesa-del-diritto-di-cronaca-e-del-diritto-a-essere-informati/

http://pressingweb.altervista.org/2022/11/vietato-parlare-con-i-giornalisti-il-decreto-sulla-presunzione-di-innocenza-non-puo-essere-lalibi-per-procure-e-forze-dellordine-per-imporre-censure-allinformazione/?utm_source=AvWhatsApp&utm_medium=Wordpress&utm_campaign=AvShareButton

Aderisco alla iniziativa di tante associazioni ( a partire da FNSI e Ordine dei giornalisti) che si battono per il diritto costituzionale all’informazione e, in particolare, perché si ristabiliscano finalmente rapporti di elementare e reciproca correttezza informativa con gli uffici giudiziari e la Procura di Roma. A questo obiettivo è finalizzata la manifestazione di domattina a Piazzale Clodio. Accogliere le giuste richieste del mondo dell’informazione non significa soltanto garantire la libertà di chi ci lavora , ma anche il diritto dei cittadini ad essere informati. Quando in Parlamento abbiamo recepito la Direttiva europea sulla presunzione di innocenza, lo abbiamo fatto per cercare di porre fine a quei casi definiti “gogne mediatiche”, ma certamente non per mettere il bavaglio alla stampa, all’informazione. Auspichiamo che la protesta venga ascoltata nell’ interesse, innanzitutto, della democrazia quotidiana del Paese.

Walter Verini

( Senatore PD)

Giornalisti:Verini,no ‘legge bavaglio’,aderisco a manifestazione

(ANSA) – ROMA, 07 NOV – “Aderisco alla iniziativa di tante associazioni ( a partire da Fnsi e Ordine dei giornalisti) che si battono per il diritto costituzionale all’informazione e, in particolare, perché si ristabiliscano finalmente rapporti di elementare e reciproca correttezza informativa con gli uffici giudiziari e la procura di Roma. A questo obiettivo è finalizzata la manifestazione di domattina a piazzale Clodio.

Accogliere le giuste richieste del mondo dell’informazione non significa soltanto garantire la libertà di chi ci lavora, ma anche il diritto dei cittadini a essere informati. Quando in Parlamento abbiamo recepito la direttiva europea sulla presunzione di innocenza, lo abbiamo fatto per cercare di porre fine a quei casi definiti ‘gogne mediatiche’, ma certamente non per mettere il bavaglio alla stampa, all’informazione.

Auspichiamo che la protesta venga ascoltata nell’interesse, innanzitutto, della democrazia quotidiana del Paese”.  Così il senatore del Pd, Walter Verini in una nota. (ANSA).

In Toscana, a Firenze – capoluogo e sede della procura generale e della corte d’appello – e nelle altre procure del distretto, l’applicazione della Cartabia genera quotidianamente freni al diritto di informare e all’informare con correttezza. La poca comunicazione ufficiale è affidata a comunicati superficiali e generici  – spesso veicolati nelle chat – che hanno ottenuto il benestare della procura, ai quali spesso non è concesso alcun approfondimento ulteriore. E tale comunicazione spesso avviene in ritardo rispetto all’evento. Un esempio: si arresta uno stupratore ma lo si comunica solo quando il giudice ha convalidato il provvedimento, quindi a distanza di come minimo due giorni dall’effettiva esecuzione. Due giorni in cui un cittadino è finito nelle mani dello Stato per accuse spesso gravissime e d’interesse collettivo, e l’informazione non ne sa nulla. Anche se, sempre a Firenze, sempre a proposito di violenza sessuale, a verifiche e richieste di ulteriori dettagli finalizzati a cronache più scrupolose pur nel rispetto della presunta vittima, i cronisti si sono sentiti rispondere che si trattava di un “fatto privato”.                                                                                      Sandro Bennucci,  presidente Associazione Stampa Toscana

L’Associazione ligure dei giornalisti  condivide e sostiene le ragioni della mobilitazione.

Il legislatore italiano, chiamato a recepire la direttiva comunitaria, ha pensato bene di cogliere l’occasione per accorciare ulteriormente il guinzaglio al quale si illude di potere tenere il giornalismo.

La “presunzione di innocenza” così come importata nell’ordinamento italiano forza lo spirito della direttiva europea, non dispone alcuna più efficace tutela delle parti coinvolte  in un’inchiesta giudiziaria, pone le procure nella scomoda posizione di dovere valutare una cosa che non compete loro: la valutazione dell’interesse pubblico di una notizia. Un pasticcio prima ancora che un bavaglio. E, soprattutto, un’altra occasione perduta per fare crescere la qualità dell’informazione giudiziaria, questione che interessa ai giornalisti nell’esclusivo interesse dei diritti dei loro lettori.

Fabio Azzolini

Segretario dell’associazione ligure dei giornalisti

Presunzione di innocenza, Assostampa Umbria sostiene le iniziative dei colleghi a Terni e a Roma: “Rivedere l’attuazione della normativa europea in sede italiana per garantire il diritto di cronaca e il diritto ad essere informati”

L’Associazione Stampa Umbra sosterrà domani, 8 novembre, i colleghi di Terni che hanno organizzato una manifestazione spontanea davanti alla procura per ribadire la richiesta di rivedere il d.lgs. 188/2021 sull’applicazione della normativa europea in materia di presunzione di innocenza in senso meno rigido e soprattutto rispettoso della libertà di informazione e del diritto dei cittadini ad essere correttamente informati. Contemporaneamente Asu darà il suo sostegno anche ai colleghi di Roma che, sempre domani, organizzeranno analoga manifestazione davanti alla procura della capitale.

L’iniziativa di domani segue quelle già svolte dal sindacato insieme all’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria nell’ambito dell’Osservatorio regionale appositamente creato per aprire un dialogo con le procure regionali su una diversa applicazione della norma che possa garantire il diritto di cronaca e quello ad essere informati. Asu condivide infatti le motivazioni dei promotori dell’iniziativa di Roma (che sono poi le stesse dei colleghi di Terni) i quali in un documento sostengono che “lo spirito della norma è stato travalicato imponendo addirittura che sia un giudice a stabilire cosa un giornalista debba sapere o meno. Come ulteriore grave corollario, poi, si sta verificando una sorta di censura di fatto nei confronti dei cronisti che ormai hanno problemi ad avere riscontri o a effettuare verifiche anche su semplici incidenti e altro. La libera informazione in Italia attende da parte dei ministeri competenti una corretta lettura attraverso nuove circolari esplicative che non mettano a repentaglio il diritto di cronaca”.

I giornalisti non accettano di essere relegati a semplici amplificatori di veline rinunciando al diritto-dovere verso la comunità di raccontare i fatti. Così come ha già fatto la Fnsi, chiediamo il ripristino di un adeguato scambio di informazioni anche su Terni che risponda all’esigenza di informare correttamente l’opinione pubblica, ferma restando la condivisione dello spirito di una norma europea la cui applicazione italiana è andata però oltre le intenzioni iniziali. Occorre, come già affermato dalla Federazione Nazionale della Stampa, che il nuovo governo e il nuovo Parlamento rivedano al più presto le modalità di applicazione della normativa comunitaria per ripristinare il normale rapporto fra procure e giornalisti al fine di garantire il diritto-dovere di cronaca che uno dei pilastri della nostra democrazia.

GIORNALISTI: ODG SOSTIENE PROTESTA DAVANTI PROCURA TERNI Iniziativa sul tema della legge su presunzione d’innocenza (ANSA) – PERUGIA, 07 NOV – L’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, come quello nazionale e la Fnsi «sostengono i cronisti romani che manifestano davanti piazzale Clodio, sostiene la manifestazione dei colleghi ternani davanti alla Procura di Terni per protestare contro l’applicazione delle norme sulla presunzione d’innocenza che, da mesi, colpiscono il diritto di cronaca». Lo annuncia lo stesso Odg in un comunicato. «L’Odg Umbria – si legge nella sua nota – affronta le difficoltà legate alle nuove norme anche percorrendo un’altra strada: un Osservatorio a cui partecipa la Procura generale con incontri periodici con i procuratori di Perugia, Terni e Spoleto. L’obiettivo è trovare soluzioni che garantiscano il diritto dovere d’informare i cittadini, nel rispetto delle norme. Nei prossimi giorni si terrà un nuovo incontro con il procuratore generale per fare il punto della situazione nei diversi territori». (ANSA). SEB/AM 07-NOV-22 16:06 NNNN

“No ai bavagli”. I cronisti siciliani sono a fianco dei colleghi romani che oggi martedì 8 novembre 2022 hanno convocato, per le 10.30 davanti al tribunale a piazzale Clodio un presidio per protestare contro l’applicazione delle norme sulla presunzione di non colpevolezza introdotte dal decreto legislativo 188 del 2021.

Questa legge che prevede il «divieto alle autorità di indicare come colpevole la persona sottoposta a indagini o l’imputato fino a quando la colpevolezza non è stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili». Con la conseguenza che

le procure possono organizzare conferenze stampa solo per fatti «di particolare rilevanza pubblica», e comunque nessuna notizia può essere diffusa se non attraverso comunicati stampa approvati dai Procuratori capo (articolo 3).

Il Gruppo cronisti e l’Assostampa oltre a essere a fianco dei colleghi oggi in piazza a Roma, intendono avviare una serie di iniziative in Sicilia per garantire a tutti i cittadini una informazione libera, nel rispetto dei ruoli tra giornalisti, forze di polizia e magistratura .

Assostampa Sicilia e gruppo cronisti siciliani

Claudio Silvestri Associazione Stampa Campana

Sgv Veneto