L’ANPI Genova: “No ai tentativi di revisionismo: non tutti i morti sono uguali. E’ un dovere commemorare solo chi diede la vita perché fossimo liberi”

L’ANPI Genova: “No ai tentativi di revisionismo: non tutti i morti sono uguali. E’ un dovere commemorare solo chi diede la vita perché fossimo liberi”

Alle affermazioni del vicepresidente della Regione Liguria, il leghista Medusei, replica l’Associazione dei partigiani: “Chi non riconosce la storia, non può amministrare. Uomini come Gianmarco Medusei non possono rappresentare il popolo ligure, i suoi morti per la libertà, la sua storia civile”

“Chi è morto combattendo dalla parte sbagliata, chi ha combattuto dalla parte di un regime, che ha saputo perpetrare le più ripugnanti violazioni della dignità umana, consapevole o inconsapevole che fosse, queste persone meritano la pietà, ma la commemorazione spetta solo a chi ha dato la vita, perché noi fossimo liberi”. Queste parole pronunciate stamani nell’aula del Consiglio regionale dallo storico Maurizio Viroli, e che facciamo nostre, sono la risposta più chiara all’ennesimo tentativo revisionista che gli esponenti della destra italiana provano a portare anche all’interno delle istituzioni” – spiega in una nota il Comitato provinciale Anpi Genova.

Poco prima, infatti, presidente del Consiglio regionale, Gianmarco Medusei (Lega), aveva deciso di sottolineare come ci fossero stati “eccidi anche da una parte dei partigiani” e che questo imporrebbe di ricordare tutte le vittime, che non sono di serie A e di serie B.

“Si dimentica, il presidente Medusei, che quelli di serie B furono i partigiani, i civili antifascisti, i sacerdoti, le donne e le ragazze, i militari che non aderirono alla Rsi: torturati, fucilati, deportati perché qualcuno della serie A, quella che cioè aveva in mano le leve del potere e della repressione, decise così – aggiungono dall’Anpi – Attaccarsi disperatamente a una certa letteratura revisionista per accreditare coloro che per scelta furono dalla “parte sbagliata”, sconfessa anche il proprio diritto ad essere amministratori grazie alle leggi – la Costituzione in primis – nate dalla Resistenza. Uomini come Gianmarco Medusei non possono rappresentare il popolo ligure, i suoi morti per la libertà, la sua storia civile”.