Di Trapani, nuove strade per verità su morti Alpi-Hrovatin: “Nella storia del Paese non ci possono essere zone buie e aree grigie”

Di Trapani, nuove strade per verità su morti Alpi-Hrovatin: “Nella storia del Paese non ci possono essere zone buie e aree grigie”

di CLARA HABTE

Quasi trent’anni anni in cui si è tentato di arrivare alla verità, tentativi di depistaggio, tentativi di dare una verità facile hanno alimentato la forza di dovere tenere accesa l’attenzione e la luce sull’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
“Tutta la comunità dei giornalisti insieme è la forza per continuare ad indagare: lo dobbiamo a tutti i giornalisti e soprattutto a tutti gli italiani che non possono avere ombre in questa seconda Repubblica” ha affermato Andrea Palladino: “Non dobbiamo essere noi ma il paese che deve dire noi non archiviamo le ombre della Repubblica perché sono fondamenta della seconda epubblica che nasce proprio tra il 90 e 94”.

“Ci sono ancora strade per poter indagare e arrivare a sapere di più sui questo doppio assassinio. Mi auguro che i nuovi atti scoperti vengano rapidamente acquisiti dalla magistratura. sono fondamentali per avere un nuovo filone di indagine dopo l’inerzia rilavata negli ultimi tempi”. Lo chiede il presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani nella conferenza stampa #NoiNonArchiviamo in corso a Roma dedicata alla necessità di una svolta nell’inchiesta sugli omicidi di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuti nel 1994. Una iniziativa voluta dalla Fnsi, dall’Odg, dall’Usigrai presente il segretario Daniele Macheda da Articolo 21 con Beppe Giulietti a cui hanno aderito molte realtà associative tra cui la Rete NoBavaglio.


“Il nostro è un percorso di quasi 30 anni di tentativi di arrivare alla verità compiuto da chi si è opposto a tentativi di depistaggio e a verità facili che non erano reali. Le iniziative simboliche sono stati strumenti per tenere accesa questa luce – aggiunge -. Cerchiamo la verità non solo perché lo dobbiamo a Ilaria e Miran e alle loro famiglie. E’ un dovere che noi dobbiamo a tutti i cittadini italiani che devono sapere che nella storia del Paese non ci possono essere zone buie e aree grigie”. E’ la seconda volta che “una rilevante verità arriva attraverso inchieste giornalistiche. Prima quella di Chiara Cazzaniga che ha permesso di restituire la libertà a una persona che è stata in carcere innocente per 18 anni, e ora quella di Andrea Palladino (Per The Post internazionale, ndr) che ha dimostrato i depistaggi che ci sono stati. Il nostro obiettivo è arrivare a 30 anni da quell’assassinio avendo almeno dei pezzi di verità”.
La rilevante novità arrivata dall’inchiesta giornalistica ci auguriamo sia un punto di svolta verso la verità. Sicuro è che i giornalisti, tutti, non archiviano e continueranno ad indagare e a divulgare. L’inchiesta di Palladino segna uno spiraglio di verità perché testimonia l’essenza del mestiere del giornalista.

L’interrogazione parlamentare

“Sul caso Alpi – Hrovatin ho
presentato un’interrogazione il giorno stesso in cui Palladino (giornalista di The post Internazionale, ndr) ha fatto uscire la sua inchiesta” e “ci muoviamo anche al Copasir, chiedendo si occupi di questa questione”. Lo dice il senatore Walter Verini (Pd) nella conferenza stampa #NoiNonArchiviamo dedicata alla necessità di una svolta nell’inchiesta sugli omicidi di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuti quasi 30 anni fa.
“Oltre alle richieste a livello istituzionale non sarebbe male anche andare davanti alla Procura di Roma per chiedere di non archiviare – spiega – il che non vuole dire stare fermi ma muoversi e seguire i nuovi impulsi sul caso”. Se “non si chiudono queste ferite il Paese non può fare i conti con la propria storia”.