Care e cari,
vi scriviamo per ringraziare tutte le persone che hanno riempito il teatro nell’assemblea di ieri portando storie, esperienze, competenze, proposte e passione, costruendo una geografia della speranza fatta da chi giornalmente si impegna nel nostro paese per la giustizia sociale contro mafie, disuguaglianze e povertà; per ringraziare chi ha dato la sua disponibilità all’interno del gruppo di lavoro operativo apportando così un contributo prezioso per la riuscita dell’intera assemblea; a quelle persone che da luglio hanno lavorato insieme per immaginare cosa sarebbe dovuto essere per noi questo 17 ottobre e poi per renderlo possibile; tutti i ragazzi, le ragazze e le famiglie dell’orchestra e del teatro, per aver mostrato il lavoro quotidiano che svolgono con passione e dedizione insieme alle docenti per costruire comunità nei quartieri difficili; a tutte quelle realtà che in modo spontaneo, senza chiedere niente e senza essere pagati da nessuno, hanno organizzato assemblee, mobilitazioni e iniziative sui loro territori in continuità con l’assemblea di Roma e a chi si è avvicinato alla Rete ieri per la prima volta. Ma ringraziamo anche le città che ieri erano collegate con la diretta Facebook, chi ha costruito un’analoga assemblea a Palermo, Vicenza, Asti; così come le migliaia di persone che sui territori in questi mesi hanno promosso incontri, ordini del giorno, attività, mobilitazioni a sostegno del nostro percorso. È questa la forza del riconoscersi e condividere tra Pari.
Ieri in molti si sono resi conto che abbiamo una ricchezza immensa all’interno della Rete che è frutto del lavoro quotidiano, della disponibilità di ciascuno di noi e di un modo di relazionarsi orizzontale e trasparente. Abbiamo condiviso storie di speranza portate da chi giornalmente si impegna in mare, nei tribunali, nelle piazze, nelle strade, nelle fabbriche, nelle occupazioni abitative, nelle parrocchie e nelle scuole lottando contro le ingiustizie sociali. Moltissime sono state le realtà sociali che ieri si sono unite a noi partecipando all’assemblea e condividendo le nostre proposte. Le invitiamo a iscriversi alla Rete, così come invitiamo le singole persone a iscriversi alla nostra newsletter per rimanere aggiornate sulle attività della Rete e poter partecipare.
Ieri siamo stati convocati all’assemblea dall’urgenza della nostra condizione materiale e dalla consapevolezza di dover essere tutte e tutti uniti, in una fase in cui nessuno ce la fa da solo e gli attuali gruppi dirigenti della politica guardano purtroppo altrove: non hanno la visione necessaria per affrontare una crisi sistemica, strutturale e inedita che stanno interamente pagando ceti medi e popolari. Continuiamo a credere che in questa crisi così complessa siano l’impegno, la concretezza, la creatività, la sobrietà, l’approfondimento, l’anticonformismo, la passione, la condivisione, la solidarietà e la cooperazione le strade per uscirne.
La nostra agenda è fatta di impegno concreto quotidiano e di proposte serie: abbiamo chiesto al Governo un incontro e terremo tutta la Rete aggiornata su questo. Nel frattempo continuiamo le attività sui territori, i laboratori di mutualismo sociale e invitiamo le realtà sui territori a utilizzare come strumenti le delibere di Giunta e gli ordini del giorno da proporre ai Sindaci e alle amministrazioni locali che si sono mostrate vicine alla Rete (alcune le trovate già sul sito). Continuiamo anche a portare avanti le nostre campagne e convocheremo già dalla settimana prossima le riunioni dei nuovi gruppi di lavoro che si dovranno occupare di far sentire la voce di tutti e tutte sulle 5 proposte condivise ieri. Chi fosse intenzionato a unirsi ai gruppi di lavoro dedicati alle campagne ci scriva, così da essere inserito quando faremo le convocazioni. Ovviamente chiunque abbia la necessità di capire meglio o chiedere sostegno e strumenti per attivarsi nella propria città, non esiti a scriverci e contattarci: siamo qui per essere al servizio di tutti e tutte.
Nella Capitale delle diseguaglianze la Rete della speranza
Povera Roma, Capitale-specchio dell’aumento delle disuguaglianze esplose in questi ultimi 10 anni di crisi in tutto il Paese. In città l’1,8% della popolazione ha un reddito superiore ai 100 mila euro annui, mentre per il 51,3% è inferiore ai 15 mila. Gli anziani che vivono con meno di 11 mila euro sono quasi 147 mila, le famiglie senza occupati, senza pensionati e con almeno un componente disponibile al lavoro sono oltre 100 mila. Il 65% dei giovani che lavorano nella Capitale ha un contratto atipico, circa 135 mila sono i Neet: non lavorano, non studiano, non sono in formazione: la generazione di giovani più povera della storia della Repubblica.
Dal 2000 a Roma più di 18 mila famiglie aspettano una casa popolare, 40 mila sono quelle sfitte in città, migliaia gli edifici pubblici abbandonati, 450 quelli confiscati alle mafie, più di mille quelli sequestrati. La precarietà lavorativa, il taglio di 50 milioni di euro ai servizi sociali, l’aumento degli affitti, l’incapacità della giunta di usare per fini sociali l’enorme patrimonio pubblico per rigenerare l’esistente, rimettendo finalmente insieme giustizia sociale ed ambientale, hanno cancellato il diritto all’abitare per decine di migliaia di famiglie. Sono migliaia quelli costretti ad occupare per avere un tetto sulla testa, più del 90% per morosità incolpevole, essendo Roma la città con gli affitti più alti d’Italia dopo Milano: in media 823 euro al mese. Sono loro a trasformare la fragilità individuale in forza collettiva, in speranza che si costruisce giornalmente condividendo cooperazione e obiettivi comuni quotidiani.
Roma lo scorso anno è stata la seconda città d’Italia per consumo di suolo e cementificazione. Il 13% del territorio è considerato ad alta pericolosità idraulica. Invariato invece il numero degli stranieri residenti in questi anni di crisi: circa 385 mila, di cui il 44% di origine europea. Nessuna invasione dunque, tranne che delle dipendenze: ludopatia, tossicodipendenza e gioco d’azzardo. Non stupisce dunque la crescita della criminalità mafiosa: oggi Roma conta 94 clan e 100 piazze dello spaccio secondo la Dda. Conseguenza del fatto che nella Capitale le alleanze della zona “grigia” sono sempre più ampie, facilitate dal ricatto generato dalla crescita delle povertà e dall’assenza di adeguate risposte politiche.
Sono le reti sociali a dare le risposte, in città come nel paese, in una fase storica in cui la politica appare sempre più lontana. Il bilancio del Comune, così come il NaDef appena varato, non affrontano le cause che hanno generato la crisi: gli ultimi dati Eurostat: la Campania e la Sicilia sono le regioni più povere d’Europa.
Nessuno ce la fa da solo. Per questo dobbiamo continuare a mettere insieme quella geografia della speranza che si è andata costruendo in risposta al fallimento politico di questi ultimi 20 anni.
Operatori del sociale, cooperative, presidi antimafia, movimenti per il diritto all’abitare, parrocchie, comitati di quartiere, case delle donne, fattorie sociali, fabbriche recuperate, comunità, reti di giornalisti contro mafie e corruzione, progetti di mutualismo, navi che salvano vite in mare, associazioni di giuristi e cittadini impegnati far applicare la Costituzione, docenti contro le disuguaglianze, scuole pubbliche, studenti e associazioni per la giustizia ecologica. Hanno subito la crisi, mettono in campo risposte concrete e proposte condivise che non trovano rappresentanza.
Una parte di loro si ritroverà oggi nella giornata mondiale per l’eliminazione della povertà all’Ambra Jovinelli, dalle 17 alle 20, per chiedere al Governo ed al Parlamento misure concrete, maggiori risorse e riforma del welfare, piano strutturale per garantire il diritto all’ abitare, servizi sociali fuori dal patto di stabilità, reddito di dignità, cancellazione dei decreti Salvini e stop all’ autonomia differenziata.
*Responsabile Libera per le Politiche Sociali-coordinatore nazionale rete dei Numeri Pari; www.numeripari.org
Roma, cinque passi per sconfiggere le disuguaglianze
Dall’Ambra Jovinelli l’appello della Rete dei Numeri Pari per una grande alleanza per la giustizia sociale e ambientale. L’appuntamento, giovedì 17 ottobre, con associazioni, cooperative sociali, presidi antimafia, docenti, parrocchie, case delle donne, giuristi, progetti di mutualismo solidale, reti di autoaiuto, giornalisti, studenti
di MARINO BISSO
“L’obiettivo è quello di ridare voce, dignità, speranza e prospettive future a milioni di cittadini che pagano il prezzo della crisi provocata da un modello economico ormai insostenibile in termini sociali e ambientali – spiega Giuseppe De Marzo coordinatore dei Numeri Pari e responsabile delle politiche sociali di Libera – In questi 11 anni di crisi tutti i governi che si sono succeduti non hanno avuto come priorità la lotta all’esclusione sociale e alle disuguaglianze. Questo denuncia la fotografia dei dati e delle statistiche di questi anni. Nonostante slogan e promesse nella realtà il nostro paese continua a impoverirsi, mentre in pochi si arricchiscono ancora di più. Manca completamente una visione in grado di uscire dalla crisi di sistema che le stesse forze politiche che hanno governato in questi anni hanno determinato attraverso politiche economiche, sociali, industriali, energetiche, ambientali e migratorie sbagliate”.
E ancora la Rete dei Numeri Pari: “L’unico cambiamento desiderato da chi in questi anni, spesso solo, ha contrastato ingiustizie sociali e ambientali è quello che archivia la stagione dell’austerità, dei tagli al sociale, delle privatizzazione dei beni comuni, della precarietà e dello sfruttamento a detrimento del diritto al lavoro, del predominio di finanza e banche a discapito dei diritti universali, della solidarietà sociale e dei diritti della natura”.
Al teatro Jovinelli ci saranno tra gli altri: don Luigi Ciotti, Fabrizio Barca, Marco Damilano, Gaetano Azzariti, Giueppe De Rita, Tommaso Montanari, Alessandra Sciurba, Anna Vettigli oltre a rappresentanti di molte associazioni: dalla Casa internazionale delle Donne al Comitato per il diritto all’abitare.
“Solo un’alleanza che parta dal basso, su obiettivi e impegni concreti, capace di promuovere giustizia sociale e ambientale d allo stesso tempo ricostruire nuove modalità di relazione e partecipazione, è in grado di sconfiggere la crisi di sistema e di visione che ci ha portato a essere uno dei paesi più diseguali, impoveriti e fragili del nostro continente – spiegano ancora dalla Rete dei Numeri Pari – C’è bisogno di tutti e tutte per costruire il cambiamento necessario. Per questo la rete dei Numeri Pari, consapevole della difficoltà e della complessità della nuova fase storica, invita tutte e tutti all’assemblea e alla costruzione di una agenda di proposte comuni.
E c’è chi propone un patto tra enti locali e la Rete Numeri Pari contro le povertà e per difendere i diritti.
“Nel nostro Paese parlare di diritti, uguaglianza e pari opportunità è divenuto un lusso che la politica pare non possa più permettersi, costretta ormai a rincorrersi con selfie e tweet che nulla hanno a che vedere con i reali bisogni delle persone. Una politica che ha perso il contatto con i bisogni reali del Paese e che finge di non sapere che in Italia, dati Istat, nel 2018 si stimano oltre 1,8 milioni di famiglie in povertà assoluta, per un totale di 5 milioni di individui”. sostiene Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri e coordinatore nazionale di Italia in Comune.
“Quello dei diritti e delle disuguaglianze è divenuto ormai un tema marginale”, spiega Pascucci, che in occasione della Giornata Mondiale per l’eliminazione della povertà parteciperà all’iniziativa della Rete dei Numeri Pari all’Ambra Jovinelli di Roma. “Una ricerca recente condotta da Oxfam ci dice che i figli delle persone collocate nel 10% più povero della popolazione italiana, sotto il profilo retributivo, ad oggi avrebbero bisogno di 5 generazioni per arrivare a percepire il reddito medio nazionale. Si tratta di dati sconfortanti, ai quali possiamo anche aggiungere gli oltre 20 miliardi di euro tagliati agli enti di prossimità negli ultimi anni da tutti i governi nazionali”. E ancora: “Per questi motivi – conclude Pascucci – insieme a tanti amministratori locali e aderenti a Italia in Comune abbiamo aderito all’appello lanciato dalla Rete dei Numeri Pari per ridare voce, dignità, speranza e prospettive future a milioni di cittadini che pagano il prezzo della crisi, provocata da un modello economico ormai insostenibile in termini sociali e ambientali. Le istituzioni, a partire dagli enti locali, possono fare molto in sinergia con le tante realtà di questa rete sociale che agisce per il bene comune e noi siamo pronti a fare la nostra parte”.
La città di Cerveteri all’assemblea per l’eliminazione delle povertà
Domani, giovedì 17 ottobre è la giornata Mondiale per l’eliminazione della Povertà. Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 47/196 del 22 dicembre 1992, è un’occasione di riflessione e dibattito a livello mondiale sul tema, ancora oggi troppo strettamente e drammaticamente attuale della povertà.
Per denunciare la drammatica situazione sociale non solo italiana, ma a livello mondiale, domani a Roma presso il Teatro Ambra Jovinelli in Roma rappresentanti di comitati, associazioni, cooperative sociali, presidi antimafia, docenti, parrocchie, case delle donne, giuristi, progetti di mutualismo solidale, reti di autoaiuto, giornalisti, studenti, si incontreranno nell’iniziativa promossa dalla Rete dei Numeri Pari, realtà impegnata nel contrasto alla disuguaglianza sociale per una società più equa fondata sulla giustizia sociale e ambientale.
Personalmente ho aderito, così come svariati esponenti dell’Amministrazione (Assessori, Consiglieri, Delegati).
Anche anche la Città di Cerveteri dunque sarà rappresentata all’Ambra Jovinelli per portare la propria testimonianza e supporto alla manifestazione.
Mentre le potenze mondiali sono impegnate in fronti di guerra, le disuguaglianze, la povertà, la mancanza dei servizi essenziali, di diritti, imperversano ancora nel resto del pianeta. Siamo nel 2019 ma viviamo ancora in un mondo in cui ci sono realtà lontane epoche dal definirsi civili.
Basti pensare che solamente in Italia, i dati del rapporto Istat dal 2008 al 2017 mettono in evidenza come la povertà relativa e quella assoluta siano quasi triplicate, coinvolgendo un numero di persone impressionante. Un numero dal quale è impossibile fuggire, impossibile voltare lo sguardo dall’altra parte. Domani, come Sindaco di Cerveteri, sarò al fianco di tutte le realtà che, facendo proprio il grido di allarme lanciato dalla Rete dei Numeri Pari, vorranno ridare voce, dignità, speranza e prospettive future a milioni di cittadini che pagano il prezzo della crisi provocata da un modello economico ormai insostenibile in termini sociali e ambientali”.
Non c’è società, civiltà o sviluppo, se prima non riusciamo a garantire ad ogni singolo individuo diritti e dignità sociale ed economica. C’è bisogno di tutti e tutte per costruire il cambiamento di cui la società ha bisogno. Per questo, con l’occasione, invito chiunque voglia sostenere la rete dei Numeri Pari, all’assemblea di domani per gettare insieme, comitati, associazioni, Istituzioni, come nel caso di Cerveteri, e cittadini, le basi per una società migliore.