Genova e Giuliano Montaldo, ritratto di un regista partigiano: “Tutto è cominciato sotto i portici di via XX Settembre”

Genova e Giuliano Montaldo, ritratto di un regista partigiano: “Tutto è cominciato sotto i portici di via XX Settembre”

E’ sempre stato innamorato di Genova, quasi inibito a tal punto da aver timore di girarvi un film come se potesse essere un segno di poco rispetto per quella città dove è nato l’amore per la passione civile e il cinema. Un binomio che non lo abbandonerà mai. Tutto è nato forse sotto ai portici di via XX Settembre. Perchè da ragazzo andava in via XX Settembre e vedeva tutti i cinema allora aperti: c’erano sette sale. Sono diversi gli episodi dell’adolescenza ad aver segnato la vita di Giuliano Montaldo. Così come la fase del teatrino del Circolo Sant’Agostino della Consolazione dove faceva il regista e recitava con i suoi amici.

Poi la svolta nel 1951 quando una sera incontra Carlo Lizzani che lo sceglie per il suo film Achtung! Banditi: “Aveva bisogno di attori e non poteva farli venire da Roma perchè costava troppo”. Nei ricordi in bianco e nero della vita genovese del regista e attore Giuliano Montaldo c’è anche una parentesi da giornalista al Lavoro di Sandro Pertini.

Sono tante le stagioni vissute da Montaldo che lo hanno portato lontano dalla sua città natale, ma che non hanno mai spezzato il forte legame affettivo con il capoluogo ligure, dove vivono ancora la sorella e i nipoti.

Ma la Genova di Montaldo è anche quella di una città Genova ferita dai bombardamenti ( “ricordo la disperazione dei miei genitori quando uscimmo dal rifugio e vedemmo il nostro palazzo distrutto in fiamme”), dell’adolescenza vissuta nella casa di via Frugoni, della Resistenza a 14 anni. Fino ai primi film, alla partenza per Roma per poi intraprendere l’avventura cinematografica.



Alla figura a 360 gradi, tra vita pubblica e privata, del maestro del cinema è dedicato l’evento: “Giuliano Montaldo e Genova, ritratto di un regista partigiano”.
L’incontro si svolgerà sabato 30 settembre dalle ore 17,00 presso la SOMS Fratellanza di Genova Pontedecimo (via Isocorte 13). Ingresso libero.



L’iniziativa è promossa dal coordinamento ligure della Rete #NoBavaglio – Liberi di essere informati (la rete di giornalisti e attivisti per i diritti nata nel 2015 da un appello scritto dal professor Stefano Rodotà a difesa della libertà d’informazione) insieme a molte associazioni tra cui ARCI Liguria, ANPI Genova, CGIL Genova, Associazione ligure dei giornalisti, Erga Edizioni, Wiki Liguria, Aamod, Fondazione Diesse, Articolo21, Memorie&Progetti, Free Assange Italia. E in collaborazione con GoodMorning Genova, ODG Liguria, Municipio Valpolcevera, Comune di Ceranesi.



All’incontro intervengono: Elisabetta Montaldo figlia del regista, Vincenzo Vita presidente Aamod, Arianna Cesarone coordinamento nazionale donne e vicepresidente ANPI Genova, Giancarlo Giraud critico cinematografico – Club Amici del Cinema, Eligio Imarisio scrittore e storico, Giuliano Ravera giornalista curatore documentazione video, Anna Maria Dagnino docente, Claudio Montaldo sindaco di Ceranesi, Alessandra Costante segretaria FNSI, Andrea Belli presidente Fratellanza di Pontedecimo. 
Coordinano Carla Scarsi, giornalista Rete #NoBavaglio Liguria e Stefano Kovac, presidente ARCI Liguria.



«Attraverso le immagini e le parole di Giuliano Montaldo, racconteremo il partigiano e il regista e soprattutto una voce libera del cinema e del Paese – spiegano gli organizzatori – Sarà un racconto costruito attraverso documenti, luoghi, set e testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto. La scelta di organizzare l’omaggio al grande regista, a circa un mese dalla sua scomparsa, proprio a Pontedecimo, è per sottolineare il legame di Montaldo con la città. In Valpolcevera Montaldo mosse infatti i primi passi nel cinema, chiamato da Carlo Lizzani per partecipare al film «Achtung! Banditi».

E ancora: «Il cinema d’impegno e le battaglie per i diritti umani e la difesa della libertà d’espressione in tutte le sue declinazioni sono e restano il lascito del grande regista genovese. Un regista partigiano come lui stesso amava definirsi».