“Basta con mille forme spezzettate, insufficienti e escludenti come il reddito di emergenza o i vari bonus. Vogliamo un’unica grande misura universale: un reddito di base per tutte e tutti”. Con la campagna “Non c’è più tempo” e molte reti sociali e lavoratori al centro di vertenze cittadine sono andate al Ministero dell’economia e delle finanze a chiedere che i soldi arrivino “direttamente alle persone che ne hanno bisogno, alle mille forme del lavoro precario, ai cassintegrati che non hanno ancora visto un euro, al lavoro autonomo che ha visto le attività crollare”.
Nove milioni di persone vivono attualmente sotto la soglia di povertà. E in meno di un anno altrettante ci rischiano di finirci (si parla di 18 mln e 100 mila persone). “Questo dato sulla povertà e la previsione che circa il 30-40% dei dipendenti classici finiranno in CIG nei prossimi mesi (Confindustria prevede 1 mln di posti di lavoro persi) faranno crescere la platea dei nuovi poveri visto che degli stipendi già bassi ne percepiranno il 60 massimo 70% per via del massimali – spiegano gli attivisti di “Non c’è più tempo” – Per questo chiediamo anche la ripresa del dibattito per una legge sul salario minimo alzando il quale si alzano anche gli ammortizzatori e i sussidi anche se insufficienti.
La richiesta è chiara: “un reddito incondizionato per tutte le mille forme del lavoro precario, al nero o sottopagato al posto di mille spezzettate e escludenti”. Così davanti al ministero di via XX Settembre si sono ritrovate reti sociali, lavoratrici delle mense e del commercio, operatori sociali, insegnanti, dipendenti dei call center e di aziende informatiche. Molti non hanno più un lavoro e sono rimasti a casa senza stipendio. Altri sono ancora in attesa di ricevere la cassa integrazione e fanno parte di quell’esercito di oltre 166mila lavoratori per cui sono state richieste oltre 65mila domande nel Lazio.
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Sotto la pioggia hanno manifestato anche tanti volontari e attivisti di comitati e dei centri sociali delle reti mutualistiche che stanno sostenendo le difficoltà della spesa solidale visti i ritardi dei bonus.
“Critichiamo il governo che nel Decreto Rilancio ha destinato due terzi delle risorse alle imprese e banche come sgravi, finanziamenti e prestiti e accettato i diktat di Confindustria su questo e sulla cancellazione del dibattito sulla riduzione d’orario – spiega Andrea Fioretti della campagna “Non c’è più tempo” che insieme a Reddito di Quarantena e Clap hanno promosso la mobilitazione – La prossima iniziativa sarà davanti la Regione Lazio: si deve assumere la responsabilità della povertà dilagante nel nostro territorio con sostegno diretto al reddito e ammortizzatori sociali per tutti. Altro che nessuno resterà in dietro. In troppi già oggi non hanno soldi per fare la spesa o pagare l’affitto”.
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