Giornalisti dell’Espresso aggrediti da neofascisti, l’aula presidiata da militanti nazifasci. Fnsi, Espresso e Ossigeno saranno parti civili

Giornalisti dell’Espresso aggrediti da neofascisti, l’aula presidiata da militanti nazifasci. Fnsi, Espresso e Ossigeno saranno parti civili


“Ero circondato, non vedevo vie di fuga. Mi è arrivato prima un calcio da dietro e poi un forte schiaffo. Avvertivo fisicamente la paura. Ancora oggi non dormo alla notte”. Così il cronista dell’espresso Federico Marconi, parlando dell’aggressione subita da lui e dal fotografo Paolo Marchetti nel cimitero del Verano a Roma il 7 gennaio scorso in occasione dell’anniversario della strage di Acca Larentia. Sul banco degli imputati per quella aggressione ci sono il leader romano di forza nuova, Giuliano Castellino, e l’esponente della Comunità di Avanguardia Nazionale, Vincenzo Nardulli, accusati di lesioni, rapina e minacce.

Una mattina di tensione a piazzale Clodio: in aula da una parte una ventina “camerati” amici di Castellino e Nardulli con svastiche tatuate in evidenza e gagliardetti con simboli fascisti  in mostra sulle felpe attorno a Roberto Fiore leader di Fn. Dall’altra parte i colleghi di Federico e Paolo. Non solo i giornalisti dell’Espresso Lirio Abbate e Giovanni Tizian ma anche attivisti di Articolo 21 da Elisa Marincola, Graziella Di Mambro, Stefano Corradino e con Federico Ruffo e Ivano Maiorella e una quindicina di rappresentanti della Rete Nobavaglio – Liberi di essere informati  con Marino Bisso, Roberto Pagano, Roberto Monteforte, Elisabetta Cannone, Cristina Volpe, Maria Tiziana Lemme, Andrea Bernabeo, Claudio Marincola, Vittoria De Matteis,  Rosario Coco, Stefano Testini, Enrica Rubino e altri colleghi giornalisti di palazzo di Giustizia.  E l’avvocato Simonetta Crisci, in aula per un’altra causa, protagonista di tante lotte per i diritti. Per la Fnsi, il presidente Beppe Giulietti e Vittorio Di Trapani dell’Usigrai.  

 


“Avevo paura, ero lì per l’espresso che non è visto bene dagli ambienti di destra”, ha aggiunto Marconi rispondendo alle domande del pm, Eugenio Albamonte. “Quando hanno capito che eravamo dell’Espresso, Castellino mi ha preso con forza trascinandomi e gridava ‘questi sono peggio delle guardie, infami’. Io volevo scappare e chiedere aiuto ma mi tenevano per un braccio e volevano vedere le foto sul cellulare, castellino mi ha detto di cancellare le foto, minacciandomi”, ha detto il cronista in aula.

“Poco dopo sono stato colpito da un calcio da dietro e sono stato accerchiato, ho visto che Castellino aveva il mio cellulare. Mi ha urlato ‘non scherzare, non sai chi siamo noi’, mi urlava e mi metteva le mani addosso. Dopo mi ha detto ‘ti sparo in testa’ mimando il gesto della pistola e si erano segnati il mio indirizzo. A distanza di mesi da quel fatto, ancora non dormo tranquillo tutte le notti”, ha concluso Marconi.

Nel processo si sono costituiti come parti civile tra gli altri il gruppo Gedi con l’avvocato Paolo Mazza e la Fnsi con Giulio Vasaturo e Ossigeno per L’informazione con l’avvocato Andrea Di Pietro. E’ la prima volta che il gruppo editoriale si costituisce a un processo al fianco dei giornalisti del gruppo.

“Ci siamo costituiti parte civile perché Forza Nuova e Avanguardia Nazionale con il loro comportamento ci hanno contestato ‘il divieto a informare’. Per questo come Espresso e Gruppo Gedi ci siamo sentiti colpiti. Nessuno ci può impedire di informare i cittadini, noi da sempre siamo un giornale imparziale con le notizie”. Lo ha detto il vicedirettore del settimanale “L’Espresso”, Lirio Abbate, dopo la decisione del tribunale di Roma che ha ammesso L’Espresso e la Fnsi come parti civili al processo per l’aggressione del 7 gennaio scorso ai due giornalisti dell’Espresso Federico Marconi e Paolo Marchetti.

 

 

 

Aggressione ai cronisti dell’Espresso, la Fnsi parte civile by https://www.fnsi.it

Il tribunale di Roma ha respinto le eccezioni della difesa e ha riconosciuto l’ammissione del sindacato nel processo. Al fianco di Federico Marconi e Paolo Marchetti erano presenti in aula il presidente Giuseppe Giulietti, il segretario generale aggiunto Vittorio Di Trapani e l’avvocato Giulio Vasaturo.
Aggressione neofascista ai cronisti dell’Espresso, la Fnsi parte civile

Il tribunale di Roma ha respinto le eccezioni della difesa e ha riconosciuto l’ammissione della Federazione nazionale della Stampa italiana come parte civile nel processo per le aggressioni neofasciste contro i cronisti dell’Espresso Federico Marconi e Paolo Marchetti. In aula, a rappresentare la Fnsi, c’erano il presidente Giuseppe Giulietti e il segretario generale aggiunto Vittorio Di Trapani assieme all’avvocato Giulio Vasaturo. «Quella del tribunale di Roma è una decisione importante perché è la seconda volta, dopo il processo Rocchelli a Pavia, che la Fnsi viene riconosciuta come parte civile. Una decisione importante anche perché i due ragazzi non sono iscritti all’Ordine e al sindacato. Questo significa che il tribunale ha riconosciuto in pieno l’articolo 21 della Costituzione e il diritto della Fnsi ad essere parte civile quando viene leso il diritto a informare e a essere informati», è il commento del presidente Giulietti e del segretario aggiunto Di Trapani alla decisione della prima sezione collegiale nell’ambito del processo a carico di due militanti di estrema destra accusati dell’aggressione ai danni dei due reporter dell’Espresso avvenuta il 7 gennaio scorso nel cimitero del Verano a Roma.

«Un ringraziamento all’avvocato Vasaturo, all’associazione Articolo21, ai giornalisti della rete NoBavaglio, all’Usigrai, all’associazione Carta di Roma, a Libera contro le mafie, che hanno voluto essere presenti e far sentire la loro solidarietà ai colleghi. È fondamentale non lasciare soli cronisti colpiti e minacciati», concludono Giulietti e Di Trapani.

Accolta anche la costituzioni di parte civile del gruppo Gedi. «Ci siamo costituiti parte civile perché Forza Nuova e Avanguardia Nazionale con il loro comportamento ci hanno contestato ‘il divieto a informare’. Per questo come Espresso e Gruppo Gedi ci siamo sentiti colpiti. Nessuno ci può impedire di informare i cittadini, noi da sempre siamo un giornale imparziale con le notizie», afferma il vicedirettore dell’Espresso, Lirio Abbate, dopo il via libera del tribunale all’istanza.

Per il segretario generale Raffaele Lorusso, impegnato a Firenze al convegno ‘Informazione sotto scorta’, la costituzione di parte civile della Fnsi nel processo «è un grande risultato, e soprattutto un messaggio a tutti quelli che pensano in vario modo di poter intimidire la stampa e colpire i giornalisti. Negli ultimi tempi – sottolinea Lorusso – abbiamo assistito a un fenomeno che qualcuno ha cercato di derubricare a fenomeno di folclore, colleghi che sono finiti nel mirino di gruppi neonazisti o neofascisti che si sono ricostituiti o che stanno cercando di ricostituirsi: quello non è folclore, è un fenomeno sul quale bisogna accendere i riflettori così come sui fenomeni mafiosi».

 

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Le minacce dei neofascisti ai giornalisti de L’Espresso hanno leso il diritto all’informazione, Fnsi parte civile accanto a Federico Marconi e Paolo Marchetti. Tensioni in aula mentre la vittima racconta le violenze by https://www.articolo21.org

 

L’aggressione e le minacce subite da Federico Marconi  e Paolo Marchetti da parte dei neofascisti  il 7 gennaio scorso durante le commemorazioni di Acca Larentia hanno leso il diritto all’informazione e l’articolo 21 della Costituzione. Con questa motivazione il Tribunale di Roma ha ammesso come parti civili al processo a carico di Giuliano Castellino e Vincenzo Nardulli la Federazione della Stampa Italiana, respingendo le eccezioni della difesa dei due imputati che puntava ad escludere il sindacato perché le due parti offese non sono iscritte. Il Tribunale ha invece ritenuto di riconoscere il diritto a stare nel processo della Fnsi in quanto portatrice del diritto all’informazione e ribadito che il ruolo dell’informazione si estrinseca a prescindere dalla iscrizione all’albo o al sindacato, bensì afferisce all’esercizio del diritto di cronaca. In favore dell’accoglimento delle richieste sia della Fnsi che di Ossigeno per l’informazione si era espresso anche il pm Eugenio Abbamonte . L’udienza ha contato molti momenti di altissima tensione…. LEGGI TUTTO —-> https://www.articolo21.org/2019/10/le-minacce-dei-neofascisti-ai-giornalisti-de-lespresso-hanno-leso-il-diritto-allinformazione-fnsi-parte-civile-accanto-a-federico-marconi-e-paolo-marchetti-tensioni-in-aula-mentre-la-vittima-rac/