“No al monopolio dell’informazione in Sardegna” La Rete #NoBavaglio sostiene la petizione per la Nuova Sardegna. Firma l’appello indirizzato alla presidente Todde

“No al monopolio dell’informazione in Sardegna” La Rete #NoBavaglio sostiene la petizione per la Nuova Sardegna. Firma l’appello indirizzato alla presidente Todde

 “No al monopolio dell’informazione in Sardegna”. Diventa un caso politico la vicenda del quotidiano che, dopo 133 anni, dal 17 settembre viene stampato a Cagliari, nell’impianto di proprietà dell’Unione Sarda. FIRMA QUI l’appello indirizzato ai vertici istituzionali e a tutti i partiti sardi.

“No al monopolio dell’informazione in Sardegna”

Diventa un caso politico la vicenda del quotidiano La Nuova Sardegna che, dopo 133 anni, dal 17 settembre viene stampato a Cagliari, nell’impianto di proprietà di una società controllata dal gruppo concorrente Unione Sarda. Come Rete NoBavaglio, rete di cittadini, lettori, operatori dell’informazione siamo allarmati per il rischio di un monopolio editoriale che potrebbe portare a una riduzione del pluralismo dell’informazione nella nostra regione. Bene hanno fatto l’Associazione della stampa sarda e il Cdr, il sindacato interno della Nuova, a ricostruire con trasparenza la questione della rotativa Cerutti dello storico quotidiano sassarese e la decisione di traferire a Cagliari la stampa del lo stesso giornale. Una presa di posizione determinata che condividiamo appieno, a partire dalla chiarezza con cui il sindacato dei giornalisti ribadisce come La Nuova sia “saldamente ancorata a Sassari” con un “attaccamento al territorio nel quale è nato, ma con un respiro regionale al quale non intende abdicare, per la tutela non solo dei suoi giornalisti e di tutti i suoi lavoratori… ma anche e soprattutto dei lettori, che ne costituiscono il patrimonio e i destinatari del prodotto”. Sosteniamo e facciamo nostro questo impegno sindacale di continuare a “vigilare a tutela della pluralità dell’informazione e dei posti di lavoro”. Come cittadini, lettori, operatori dell’informazione saremo sempre al fianco di chi difende l’informazione come “bene comune”. Per questo motivo chiediamo lo stesso impegno alla Regione, non a caso chiamata a grande attenzione proprio attraverso le istituzioni di vertice.

“No al monopolio dell’informazione in Sardegna”

Le forze politiche democratiche dell’isola, ma, più di loro, tutti i sardi che abbiano ancora un briciolo di orgoglio per quei simboli che lungo tre diversi secoli
ne hanno accompagnato la vita, devono opporsi all’ultimo affronto ai loro danni:
il trasferimento del centro stampa del quotidiano La Nuova Sardegna da Sassari a
Cagliari.


Dal 17 settembre e a 133 anni dalla nascita, lo storico giornale sassarese,
fondato da un illuminato gruppo di intellettuali repubblicani verrà stampato
nell’area industriale del capoluogo, in un impianto partecipato da una società del
gruppo Unione Sarda, giornale concorrente, controllato dall’editore & costruttore
Sergio Zuncheddu.
La decisione è stata presa dagli attuali proprietari e gestori della Nuova, gli
azionisti di Sae Sardegna. Ultima di una serie di provvedimenti che impediscono di pensare a un qualsiasi futuro di rilancio. Prepensionamenti, incentivi alle
dimissioni, ricorso alla cassa integrazione per redattori e tecnici, vendita di locali
e impianti, cessione di servizi, mancati investimenti e altre misure negative che
lasciano intuire quali siano le intenzioni. Finora il progressivo impoverimento
del quotidiano è stato giustificato, all’interno, con l’impossibilità di rinnovare
macchinari obsoleti e con l’alibi di un processo che vede la carta stampata messa
in difficoltà dall’avanzata del web: come se il giornalismo indipendente e la buona
editoria dovessero obbligatoriamente sparire con la trasformazione dei mezzi di
produzione. In realtà si prefigura per i media dell’isola il ritorno a un monopolio,
come avvenuto negli anni Settanta, all’epoca della Sir di Rovelli, proprietaria di
entrambe le testate. Scenario intollerabile, soprattutto se si pensa al patrimonio
di storia e cronaca, piccola e grande, che La Nuova rappresenta e si ricorda che
finora soltanto il fascismo riuscì a chiuderla. Scenario pericoloso che fa intravvedere possibilità di concentrazione e controllo/censura in un momento storico in
cui gli intrecci tra politica e impresa si fanno sempre più stretti e meno limpidi, in
cui è quotidiana la critica alla stampa più vigile, e nel quale, infine, è sempre più
difficile per un cittadino distinguere le differenze di valori e strategie tra gli eletti
chiamati a rappresentarlo.
Meno informazione uguale maggiore libertà d’azione per i gruppi di potere.
Questa equazione non fa bene alla democrazia.
Dimostriamo, sottoscrivendo questo appello, che è un’equazione sbagliata.

FIRMA QUI SOTTO

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Contatti: Pier Giorgio Pinna

LE PRIME ADESIONI

Pier Giorgio Pinna, Silvano Costini, Arturo Parisi, Riccardo Monni,
Marino Bisso (rete #nobavaglio), Vincenzo Vita, Massimo Dadea, Gianni Cuperlo, Maria Berlinguer, Stefano Del Re, Paolo Catella, Piero Bua, Franca Filippini Dalprà, Filippo Peretti, Costantino Muscau, Valerio Varesi, Giuseppe Mura, Odoardo Rizzotti, Mariano Brianda, Maria Grazia Piras, Francesco Pipia, Paolo Desogus, Giuseppina Manca di Mores, Alessandra Longo, Roberto Vannini, Gianni Usai, Francesco Molinu, Mirella Grimaldi, Federico Francioni, Antonio Sanna, Alba Corona, Ottavio Olita, Piergianni Arlotti, Salvatore Mannironi, Maria Teresa Sarais De Murtas, Marco Landi, Nello Auzzas, Marcello Madau, Mario Argiolas, Roberto Morini, Giacomo Cossu Rocca, Giampiero Cocco, Pierluigi Piredda, Walter Porcedda, Laura Dettori, Chiaramaria Pinna, Stefano Mannironi, Salvatore Mannironi, Rita Fiori, Franca Galletta, Francesco Pinna, Nunzia Schirru, Gianfranco Obinu, Salvatore Brianda, Sebastiano Chironi, Giancarlo Ghirra, Maria Usai, Antonio Ledá d’Ittiri, Paola Farina, Pier Paolo Gaias, Paolo Merlini, Stefano Poddighe, Paolo Valle, Federico Floris, Stefano Deliperi, Alessandra Costini, Wanda Corona, Francesco Deplano, Enrico Floris, Antonello Deidda, Franco Cillara, Cristina Fanelli, Michele Pinducciu, Daniela Costini, Alessandra Morelli, Marco Fiori, Luca Losito, Sonia Cau, Riccardo Colzi, Gianni Cabitta, Ignazio Chessa, Aldo Morelli, Roberto Cesaraccio, Valeria Floris, Anna Maria Masala, Marina Moncelsi, Salvatore Sanna, Nino Masala, Fabio Pillonca, Gianluca Mura, Giuseppe Tecleme, Maria Grazia Penco Sechi, Ignazia Corona, Donatella Sechi, Patrizia Chironi, Sandro Zara, Pierfranco Zanchetta, Giovanna Peru, Giovanni Rassu, Piero Muresu, Franco Canopoli, Annamaria Canneddu, Gianni Pandino, Giuseppe Pirino, Lucia Cau, Mauro Masala, Gianfranco Mascia, Manuela Spina, Massimo Battaglia, Sandra Sanna, Teresa Soro, Mario Carta, Annarita Bottaru, Ciano Sanna, Umberto Aime, Giuseppe Sechi, Salvatore Tordelli, Nanni Boi, Vannalisa Manca, Paolo Matteo Chessa, Lorenzo Murgia, Rosario Cecaro, Bettina Pitzurra, Antonio Fiori, Sandro Ruju, Alessandra Melis, Paola Contini, Mojmir Jezek, Beatrice Rosso, Tore Sanna, Gianfranco Piras, Gabriela Garrucciu, Franca Puggioni Piga, Valentina Careddu (continua
leggi QUI)

Il comunicato delle aziende editrici

Tra Sae Sardegna, editrice de La Nuova Sardegna e L’Unione Sarda è stato stipulato un contratto con decorrenza 1° ottobre prossimo che prevede la stampa de La Nuova a Cagliari, nel Centro Stampa de L’Unione Sarda.

La richiesta di SAE Sardegna di poter stampare La Nuova a Cagliari è conseguenza del malfunzionamento della propria rotativa che, per vetustà e obsolescenza, non garantisce l’uscita regolare del giornale in edicola.
Infatti, la rotativa Cerutti che stampa con tecnologia Flessografica in uso a Sassari è ormai unico esemplare in Italia, per il quale non sono più reperibili pezzi di ricambio per la parte meccanica, elettrica ed elettronica in quanto fuori produzione, comprese le matrici di stampa. La tecnologia Offset, in uso in tutti gli stabilimenti di stampa quotidiana in Italia, è il medesimo utilizzato nel Centro Stampa de L’Unione a Cagliari, nel quale si stampano tutti i quotidiani nazionali in edicola in Sardegna.

I numerosi blocchi tecnici durante il periodo estivo, risolti con la continua disponibilità de L’Unione Sarda a stampare in emergenza il giornale concorrente, spesso senza neppure preavviso, hanno accelerato la decisione di Sae Sardegna di chiedere di stampare a Cagliari per garantire la presenza in edicola del proprio quotidiano.

L’Unione Sarda ha riservato all’editore de La Nuova le migliori condizioni di mercato. Questo accordo consente di mantenere in edicola la storica testata de La Nuova Sardegna al servizio dei propri lettori.

L’Unione Sarda si è inoltre resa disponibile – in sede di accordo sindacale e nel rispetto e in forza dell’art. 16 del Contratto nazionale Poligrafici – ad assumere ex novo nel proprio stabilimento di Cagliari fino a 9 operai de La Nuova, al fine di attenuare le conseguenze sull’occupazione per la cessazione dell’attività di stampa a Sassari.

L’intesa tra gli editori di entrambe le storiche Testate è limitata alla mera attività industriale e in nulla incide sulla linea editoriale di ciascuna.

L’intervento dell’Associazione di Stampa sarda e del Cdr della Nuova Sardegna

La Nuova Sardegna non sta migrando a Cagliari, e nessuna comunicazione in merito, prevista per legge è arrivata all’Associazione della stampa sarda. A Cagliari è stata trasferita la stampa del giornale, evento largamente annunciato e prevedibile già dagli anni scorsi su scala nazionale, e non riconducibile alla sola situazione della Nuova Sardegna. Un fenomeno dai contorni ben più ampi, e strettamente connesso al brusco calo delle vendite dei giornali, e di conseguenza delle copie stampate. La rotativa Cerutti della Nuova Sardegna, obsoleta, praticamente inservibile e senza la possibilità di essere riparata anche per la mancanza dei pezzi di ricambio, ha influito nella velocizzazione di una scelta, quella di andare a stampare a Cagliari, come detto già programmata e inevitabile. Detto questo, La Nuova Sardegna è saldamente ancorata a Sassari, così come la società che lo edita, la Sae Sardegna Spa che, al pari della società madre, la Sae Spa, ha sede nella Zona industriale Predda Niedda strada 31, 07100 Sassari. L’Associazione della Stampa sarda segue con attenzione gli sviluppi legati al futuro di un giornale che ha 133 anni di storia, e che ha dimostrato l’attaccamento al territorio nel quale è nato, ma con un respiro regionale al quale non intende abdicare, per la tutela non solo dei suoi giornalisti e di tutti i suoi lavoratori – nessuno dei quali è stato licenziato -, ma anche e soprattutto dei lettori, che ne costituiscono il patrimonio e i destinatari del prodotto. In questo senso, il sindacato dei giornalisti, con il Cdr della Nuova Sardegna, continuerà a vigilare a tutela della pluralità dell’informazione e dei posti di lavoro. Voci imprecise, non documentate e non supportate da riscontri sul futuro del giornale, non fanno bene alla Nuova Sardegna e al giornalismo serio.

HANNO SCRITTO

Un appello alla Todde e alla politica regionale: “La Nuova Sardegna deve restare a Sassari” by moroseduto.net

Appello alla Regione per La Nuova Sardegna: firmano anche l’ex ad Rizzotti e l’ex ministro Arturo Parisi by moroseduto.net

Nuova Sardegna, appello contro la stampa a Cagliari. Il sindacato: “Nessun timore” by Professione Reporter

La Nuova Sardegna sposta la stampa a Cagliari. L’Assostampa: «Il giornale resta a Sassari» by Fnsi.it