#NOBAVAGLIO/ Sul SENTIERO Digitale con Samarelli, Giannini, Troisi, Veneruso, Toiati, Porro e…

#NOBAVAGLIO/ Sul SENTIERO Digitale con Samarelli, Giannini, Troisi, Veneruso, Toiati, Porro e…

Sul Sentiero Digitale vorremmo essere sempre da un’altra parte ma questo non ci impedisce di guardarci attorno e cogliere qualche particolare.
C’è differenza tra guardare e vedere e spesso il fatto sfugge via, nel deposito delle cose non approfondite. Nascosto, nella memoria.
C’è un momento in cui forse per un odore, un sapore, un colore, una musica, un sogno, il particolare, il fatto dimenticato ritorna alla coscienza (a volte ci vuole tempo) e torna vivo, colorato, sedimentato. Alla “giusta distanza” come suggeriva il bel film di Carlo Mazzacurati.
Allora e solo allora ne parleremo osservando l’attualità che ci circonda con parole e suoni e tante (troppe?) immagini. Qualche volta con lo sguardo indietro e qualche volta guardando avanti.

Italo Calvino cita così Ariosto nel suo “Il castello dei destini incrociati”: “È in cielo che tu devi salire, Astolfo, su nei campi pallidi della Luna, dove uno sterminato deposito conserva in ampolle messe in fila le storie che gli uomini non vivono, i pensieri che bussano una volta alla soglia della coscienza e svaniscono per sempre, le particelle del possibile scartate nel gioco delle combinazioni, le soluzioni a cui si potrebbe arrivare e non si arriva…”
Non è una linea editoriale ma ci piace.

Cercheremo di usare le metafore con moderazione nel commentare la realtà delle notizie. Sulla metafora si può dire tutto in bene o in male ma se guardiamo all’etimologia della parola (meta-phero= trasporto, trasferisco, scambio ma anche confondo, aggiro) viene voglia di usare la massima prudenza (invece di andarci con i piedi di piombo) e non portare altrove i fatti che non hanno mai bisogno di essere enfatizzati.
Le figure retoriche sono centrali nel linguaggio attuale. Di grande suggestione.
Quando possibile le lasceremo alla letteratura e ai poeti.

Proveremo a non scrivere mai “fucilata” piuttosto che tiro in porta o “espugnare” piuttosto che vincere fuori casa. Non useremo soprannomi e diffidiamo della satira a effetto (due che parlano e battuta), spesso anche dello “spiegato semplice”. Abolita “una certa idea” di qualsiasi cosa. Aspettiamo che qualcuno chiarisca prima o poi.

Su Sentiero Digitale racconteremo con diversi canali espressivi. Disegno, scrittura, fotografia, suoni e anche cucinando.
Il linguaggio dei segni, in tutti i sensi, ci interessa molto.
Informazione è una parola difficile da pronunciare tuttavia…

Sentiero Digitale è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma, n° 180 del 20 settembre 2015. Direttore responsabile: Paolo Samarelli

Dietro Sentiero Digitale c’è il contributo dei seguenti professionisti:

Paolo Samarelli

Paolo Samarelli
Dall’inchiostro al web dopo il liceo classico al Giulio Cesare di Roma.
Vivo a Roma, spesso su due ruote, i pensieri sono sempre al mare.
Quaranta anni nei giornali, tanti a Repubblica. Veramente troppi.
Nelle intenzioni vorrei essere dalla parte di chi guarda e legge. Poi si sa.
Ancora in campo anche nel calcio (a 11 o a 8). Finché si regge.
Corsa rigorosamente da solo, aiuta a pensare.
Italo Calvino, Carl G. Jung, Edmondo Berselli, Hugo Pratt, Andrea Camilleri, Ian McEwan e i due Bob, Marley e Dylan, mi hanno sempre dato qualche buon consiglio. Spero anche stavolta.

Marco Giannini

Marco Giannini
Nato a Roma nel 1972, studi classici, lavora come giornalista infografico in un grande giornale da una quindicina d’anni. Nel tempo libero, oltre a suonare l’armonica osserva, con mente rancorosa, le modalità con cui gli altri raggiungono e mantengono posizioni di potere.

Alessandro Troisi

Alessandro Troisi
Natura. Mi ha ispirato da sempre. Dipingo animali con matita e acquerello frequentando oasi e parchi. Sono responsabile artistico del Wwf oasi non a caso, da più di 25 anni. Amo viaggiare e disegnare la natura e ho fondato una mia casa editrice, la Pandion edizioni che s’impegna a pubblicare pochi libri preziosi e illustrati di arte, viaggi e ambienti… Ho il mio animale totem, il falco pescatore, che studio e dipingo e che per fortuna abbiamo riportato in Italia in Maremma grazie a un progetto internazionale. Amo la musica, Elisa è la mia musa ispiratrice con la quale condivido la passione per la natura appunto, oltre alla sua musica. Scrivo su Sentiero Digitale assieme alle mie collaboratrici magiche, Francesca e Giulia, con le quali viaggiamo nel mondo insieme ai colleghi artisti naturalisti. Ultima avventura, per ora, il bellissimo progetto alle Seychelles con il S. Tourism Board con mostre, libri e tante immagini.

Anna Veneruso

anna-veneruso
Sono appassionata di cucina, amo gli odori, i colori e i sapori che sprigionano da pentole e padelle. Adoro “mettere le mani in pasta” perché penso che il cibo sia un sentiero che parte dalle nostre radici e arriva fino ai nostri pronipoti. Che ha una connotazione storica e geografica, ma è anche filosofia di vita. Che può essere una professione ma diventa anche una religione.  Cucinare non è mai banale, è un atto di amore verso la vita. In fondo la cucina è il primo, vero social della storia: quale altra attività umana ci connette più di una buona pietanza mangiata in compagnia

Leonardo Samarelli

Leonardo Samarelli
Liceo classico, Università. Sull’erba (tutte sintetiche ormai?) di un campo di calcio, sul pavimento del CrossFit. Al cinema, davanti a una fiction, al ristorante ma anche mentre cucino ai fornelli. In spiaggia ma anche a Londra e senza ombrello. In scooter, che ci si muove meglio. Dovrei essere in una di queste situazioni. Se mi trovate avvertitemi che se sono da quelle parti vi raggiungo.

Luigi Toiati

Luigi Toiati
Romano “vero”. Fabbrico, dipingo e colleziono soldatini per arte, faccio il semiotico e lavoro nelle ricerche di mercato perché così “vollero i Fati”. Sono curioso, ma soprattutto di quello che sta dietro le marionette del teatrino; mi interessa poco il canovaccio, di più la sua struttura, o che senso abbiano le scene, che segni voglia trasmetterci la commedia. Cerco di seguire quello che scriveva Roland Barthes, “il mare in sé non è un segno, ma la spiaggia è piena di segni”. Mi piace vedere le cose, e non semplicemente guardarle. Chissà…

Enrico Porro

Enrico Porro
Nato otto giorni prima di Quentin Tarantino, da oltre 30 anni si occupa di comunicazione pubblicitaria e marketing. Da circa 10 anni si occupa anche di Internet e a tutto ciò che ruota intorno alla comunicazione sul Web. Si è anche appassionato alla “scrittura nella rete” e ha studiato i comportamenti e le potenzialità dei primi blog, quando ancora la parola blog, in Italia, era praticamente sconosciuta. E’ diventato un blogger attivo nel 2006 inventandosi un blog dedicato al quotidiano La Repubblica che oggi conta qualche migliaio di lettori unici giornalieri e grazie al quale si è fatto conoscere nel mondo del Web Journalism italiano e nella blogosfera in generale. Ha raccontato la sua esperienza di blogger in diversi convegni di comunicazione e di giornalismo sulla rete e in particolare alle ultime due edizioni del Festival del Giornalismo di Perugia.