#NOBAVAGLIO/ IL VIDEO – Dare voce alla pace: stop bombe in Syria di ROBERTA SPINELLI by Ck12.it

#NOBAVAGLIO/ IL VIDEO – Dare voce alla pace: stop bombe in Syria di ROBERTA SPINELLI by Ck12.it

Dare voce alla pace: stop bombe in Syria

Il sit-in della rete delle associazioni, questa mattina in piazza Santi Apostoli per chiedere di fermare il massacro della popolazione civilie in Syria.

sitinsiria

guarda il video

http://www.ck12.it/la-societa-civile-unita-per-la-pace-in-siria/

spinelli

di ROBERTA SPINELLI by www.ck12.it:

 

 

 

 

La manifestazione

#NOBAVAGLIO: DIAMO VOCE ALLA PACE IN SYRIA #SYRIASTOPBOMBE
Metà della popolazione della Siria è sfollata, 470mila persone hanno perso la vita, 1,9 milioni sono rimaste ferite o mutilate, l’aspettativa di vita è passata dai 70 ai 55 anni. Fermiamo il massacro! Diamo voce alla pace per sostenere l’appello alla tregua e la creazione e il rispetto dei corridoi umanitari in Siria. #NOBAVAGLIO #PRESSing in piazza con Articolo 21, Amnesty Italia, Arci, Associazione Giornalisti Amici di Padre Paolo Dall’Oglio, Federazione nazionale della stampa, Italians For Darfur, Unicef, Un ponte per, Usigrai e la rete di ‘Illuminare le periferie’. Al sit-in sono intevenuti, tra gli altri, Giuseppe Giulietti presidente della Fnsi, Elisa Marincola di Articolo Ventuno, Riccardo Noury di Amnesty International – Sezione Italiana Coordinamento Nazionale Rifugiati, Francesca Chiavacci dell’ Arci nazionale Chiavacci e lo scrittore siriano Shady Hamadi, Vittorio Di Trapani (USIGRai) Lazzaro Pappagallo (stampa romana) Vincenzo Vita e una rappresentanza del gruppo #NOBAVAGLIO tra cui Marino Bisso, Guido D’Ubaldo, Annamaria Graziano, Beatrice Curci (Stampa Romana) Michela Bevere, Luca Monaco @Emilio Orlando, Roberta Spinelli, Marco Quaranta (MoveOn Italia) e tanti altri.

LE NEWS by ANSA.it
Siria:sit-in a Roma, associazioni e ong chiedono pace subito Da Amnesty a Unicef, da Articolo 21 alla Fnsi politica si attivi

Un sit-in a Roma per chiedere lo stop immediato dei bombardamenti su Aleppo e Mambij. A un anno dalla morte del piccolo Aylan, associazioni e ong come Unicef, Amnesty International, Comunità di Sant’Egidio, Articolo 21, Arci e Fnsi sono scese in piazza con bandiere, striscioni e cartelli per dire #stopbombeinsiria e lanciare un appello all’Italia, all’Ue e all’Onu perché si giunga a una tregua duratura e si permetta l’apertura di corridoi umanitari.
“Un anno fa veniva ritrovato Aylan – ha detto Antonella Napoli di Articolo 21 – e il mondo si era indignato e aveva gridato all’orrore per il conflitto in Siria. Oggi siamo sempre nella stessa situazione”. “Non è cambiato nulla – ha rincarato la dose il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury – dobbiamo chiedere che, mentre i negoziati di pace vanno avanti con tempi elefantiaci, vengano effettuati provvedimenti immediati. Occorre pretendere la fine degli attacchi contro centri abitati e infrastrutture civili e la cura bambini”. Dal 2013, infatti, ha ricordato il portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini, “il numero di bambini morti nel conflitto in Siria è quintuplicato: chiediamo un impegno maggiore ai governi, per fermare questa guerra, e ai cittadini, perché scendano in piazza per la pace. Di pace non ne parlano nè Di Maio nè Di Battista nei loro tour per l’Italia. E non se ne parla neanche alle feste di partito, dove gli argomenti principali sono l’Italicum e il referendum”. Oggi, ha aggiunto il direttore generale dell’Unicef Italia, Paolo Rozera, con noi “non c’è nessun rappresentare di partito. Se ci fosse stato avrei detto che la guerra non è una calamità naturale, ma qualcosa di voluto dagli uomini e gli stessi uomini la possono far finire”. “Non ci sono più scuse, le grandi potenze fanno finta di nulla”, ha insistito Mauro Garofalo della Comunità di Sant’Egidio. “Bisogna mettersi intorno a un tavolo e fermare questa guerra”, ha ribadito la presidente dell’Arci Francesca Chiavacci.
Anche la stampa, ha concluso il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, può avere un ruolo e dare “forza alle voci che arrivano dalla Siria: dei giornalisti, degli intellettuali e dei blogger. Amplifichiamo quei messaggi. Nessuno si può sentire non coinvolto. Bisogna bloccare questo massacro subito”. fonte ANSA