#NOBAVAGLIO/ Agosto CambiaRai: via Fornario, via Mercalli, via Berlinguer, via Giannini, via alle nomine politiche nei tg e nessuno spazio al comitato del No

#NOBAVAGLIO/ Agosto CambiaRai: via Fornario, via Mercalli, via Berlinguer, via Giannini, via alle nomine politiche nei tg e nessuno spazio al comitato del No

CambiaRAI/ Francesca Fornario e Luca Mercalli fuori dalla Rai di Renzi ma è “vietato” parlare di bavagli o di censure. E’ “normale” l’allontanamento di Massimo Giannini più volte nel mirino dei fedelissimi di Renzi. Ed è vietato anche parlare di nomine politiche dei nuovi direttori dei tg piombate nelle giornate calde d’agosto

 http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/04/rai-cda-approva-a-maggioranza-le-nuove-nomine-dei-direttori-tg/2955835/

 

tra qualche polemica ma molta, troppa, indifferenza.

E’ questa la Rai che non vogliamo. Dopo la presa in giro sulla consultazione

http://CambiaRai http://www.governo.it/articolo/cambierai-al-la-prima-consultazione-pubblica-sulla-rai/4781

 sulla televisione servizio pubblico puntuali sono arrivate le scelte per silenziare quelle voci che non sono allineate oggi con la politica renziana. La storia si ripete: ma non si può parlare di editto bulgaro come nel ventennio berlusconiano (contro, a dire di Berlusconi, l’uso criminoso della tv pubblica da parte di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi). Oggi più semplicemente si parla di scelte decise in coerenza con le nuove linee editoriali della tv pubblica.

Intanto i giorni passano e si avvicina il referendum costituzionale ma sulla Rai è impossibile trovare spazi e ascoltare voci del comitato del No. Ma non parlate di censure. Forse è solo una questione di linea editoriale.

federica-fornario-radio-2

 

 

 

 

 

Il caso raccontato da Francesca Fornario

 

“Due settimane prima che iniziasse l’edizione 2016 ci hanno chiesto di non fare più nessun tipo di satira. Via i personaggi, via le imitazioni, via le scenette. L’imitatrice, Federica, non avrebbe più fatto le imitazioni. L’autrice satirica, io, non avrebbe più fatto satira».  È legittimo che un direttore dia la linea editoriale. «Certo. Però mi chiedo perché si snaturi la linea editoriale di un programma che va bene negli ascolti. La direttrice mi ha spiegato che “i programmi si evolvono”. Forse si dovrebbero evolvere prima i programmi che non funzionano. Il nostro era un seguitissimo programma di satira. Perciò, per farlo andare meglio, tolgono la satira? È un po’ come dire: “Come mi piace la torta Sacher! Adesso però le tolgo il cioccolato”».
Francesca Fornario

L’agosto caldo della normalizzazioen in casa Rai viene tratteggiata bene da un articolo su La Notizia

http://www.lanotiziagiornale.it/non-disturbare-il-renzi-che-dorme-non-bastavano-lillo-e-greg-ora-pure-francesca-fornario-e-luca-mercalli-lasciano-la-nuova-rai/

 

Dopo Lillo e Greg, Bianca Berlinguer e il caso di ieri di Francesca Fornario, ora scoppia un nuovo caso in Rai. In un’intervista rilasciata a L’Espresso, a parlare è il metereologo Luca Mercalli. Il suo programma, Scala Mercalli, non andrà più in onda. Peraltro il suo programma era già finito nelle mire del Pd, dopo che in una puntata Mercalli aveva lasciato spazio ai No Tav. Impossibile per il senatore Pd Stefano Esposito che è arrivato a presentare un’interrogazione in commissione Vigilanza Rai contro i “22 minuti di propaganda ai No Tav” della trasmissione. “Se quell’interrogazione ha pesato sulla decisione di cancellare il programma? Penso proprio di sì”, dice sempre Mercalli. Che poi sottolinea di aver “sempre creduto fortissimamente nel servizio pubblico. Ci lavoro da 20 anni. Gli spettatori mi conoscono dal 2003, da Che tempo che fa con Fazio, ma collaboravo già da prima. Oggi faccio sempre più fatica a riconoscermi in questa Rai”.

Appena ieri, come detto, era stata la giornalista satirica Francesca Fornario a denunciare con un post sul suo profilo facebook, le nuove consegne arrivate nella redazione del suo programma, Mamma non Mamma, in onda su Radio Due. “Ricapitolando – ha scritto l’autrice – niente battute su Matteo Renzi, niente politica, niente satira, niente personaggi, niente imitazioni, niente copioni, niente scenette qualunque cosa siano, niente comicità e che altro… ah, niente battute sul fatto che non si può dire comunista. Quel che resta – il mio imbarazzo e il bene che ci vogliamo io e Federica Cifola – va in onda ogni sabato e domenica in diretta su Radio2, dalle 18 alle 19.30″. La denuncia della Fornario aveva scatenato le polemiche e alla fine la giornalista satirica ha deciso di abbandonare la sua trasmissione.

Appena il giorno prima, tra l’altro, era stato cancellato, sempre dai palinsesti di Radio Due,  Seiunozero, il programma di Lillo e Greg. Il motivo? Secondo Carlo Conti ci vuole un nuovo modo di intendere la musica e la radio. Peccato quello di Lillo e Greg fosse un programma di clamoroso successo, in onda da ben 14 anni. Stesso discorso ora per Mercalli che, parlando di temi ambientali, riusciva ad avere in media un milione di telespettatori. Ma si vede che non è questo quel che conta.

 

Radio2, il Servizio Pubblico rispetti la libertà di satira

 

 Conosciamo ed apprezziamo da anni lo stile ironico, graffiante, mai banale di Francesca Fornario, giornalista, scrittrice, autrice di testi per decine e decine di trasmissioni televisive e radiofoniche.

Nel mirino della sua satira sono finiti, senza eccezione alcuna, tutti i politici italiani da Berlusconi a Monti, da Renzi a Grillo, da Bersani a Salvini.

La sua denuncia, pubblicata oggi dal Manifesto, non può restare senza una risposta da parte della Rai.
Cosa hanno da rispondere i responsabili della radio alle parole di Francesca?
Davvero é diventato ancora più difficile realizzare i programmi di satira?
Del resto come dimenticare che anche il direttore di Rai3, Andrea Vianello, era stato messo sotto accusa per ” Lesa maestá?”
Risponde al vero che persino programmi storici ed amati dagli ascoltatori. A cominciare da Caterpiller, potrebbero essere soppresso o spostati in orari meno appetibili?
Dopo le polemiche di queste ultime giornate sarebbe doveroso, e nell’interesse del servizio pubblico, evitare di innescare altre polemiche e di non dare neppure la sensazione di non voler disturbare il manovratore di turno, chiunque esso sia, qualunque sia il colore delle maggioranze in carica.
*presidente FNSI